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Perché ho scelto il self publishing

· Gusto Indie,self publishing,Autopubblicazione

Il fenomeno dell’auto-pubblicazione (o self-publishing), in espansione nel nostro paese, è piuttosto controverso: i detrattori lo ritengono il ‘ripiego’ di quanti abbiano visto i propri scritti rifiutati dalle case editrici, mentre i suoi sostenitori una garanzia di successo.

A mio giudizio non è né l’uno né l’altro. Vari scrittori, compresi quelli affermati, vi ricorrono in alternativa ,e talvolta contemporaneamente, alla pubblicazione tradizionale, perché lo riconoscono come mezzo utile ad aumentare la visibilità dei propri scritti presso il proprio target di riferimento.

Non si tratta quindi necessariamente di una scelta dettata dall’insuccesso. Ancora, l’auto-pubblicazione può indubbiamente rappresentare un potenziale ‘trampolino di lancio’ per gli scrittori emergenti, un’opportunità per farsi notare sia dai lettori che dagli editori: non di rado questi ultimi, apprezzando la qualità di alcune opere in formato digitale, contattano gli autori per offrire loro un contratto. Va pertanto considerata uno strumento, un’opportunità da cogliere e saper sfruttare, senza tuttavia lasciarsi travolgere da un entusiasmo smisurato.

Le esperienze altrui sono indubbiamente di grande aiuto, perché contribuiscono ad arricchire quel ‘bagaglio informativo’ importante per poter effettuare una scelta consapevole e ragionata.

Considerando quanto personalmente vissuto di seguito riporto le motivazioni che mi hanno portato al self publishing e alcune considerazioni sui vantaggi e criticità, sperando di offrire un utile contributo a quanti ne hanno bisogno.

Dopo aver contattate diverse case editrici e aver ricevuto un riscontro da un paio, ho scartato l’idea di rivolgermi ad esse per la pubblicazione del mio testo: il contributo richiestomi era economicamente improponibile oltre che moralmente inaccettabile. Inoltre, trattandosi della mia prima esperienza da ‘scrittrice’, non vedevo l’ora di condividerla con i lettori e il dover attendere lunghi mesi soltanto per ricevere una risposta (che naturalmente sarebbe arrivata solo nel caso in cui il contenuto avesse suscitato interesse) non mi allettava affatto.

Allora non conoscevo il mondo del self publishing e, pertanto, non sapevo da dove cominciare. Qualche mese prima un’amica mi aveva raccontato di un e-book pubblicato con StreetLib Selfpublish. Avevo ascoltato con attenzione e curiosità la sua esperienza che mi aveva descritto come assolutamente positiva, consigliandomela vivamente. Incoraggiata dal suo entusiasmo, mi sono quindi convinta ad intraprendere il percorso dell’auto-pubblicazione e ad affidarmi a StreetLib Selfpublish. Senza rimpianti né pentimenti. Ho apprezzato innanzitutto l’estrema semplicità, oltre che la rapidità, nel caricare i contenuti sulla piattaforma, la possibilità di modificarli a proprio piacimento e in qualsiasi momento, l’ampia visibilità offerta su una vasta gamma di librerie digitali, sia nazionali che internazionali, così come la gratuità della gran parte dei servizi offerti, compresa l’assistenza online rapida ed efficiente.

La gestione delle attività e degli aspetti tecnici relativa sia alla fase iniziale precedente alla pubblicazione che a quella successiva di promozione, hanno rappresentato le difficoltà principali.

L’editing, la correzione delle bozze e la grafica, ad esempio, richiedono specifiche competenze che spesso un autore non possiede e per le quali, pertanto, è necessario rivolgersi ad esperti del settore: nel mio caso un grafico e un correttore di bozze di cui ho dovuto preventivamente verificare l’affidabilità, la disponibilità, oltre che il costo della manodopera.

Per garantire una buona visibilità al testo, inoltre, è necessaria un’efficace campagna di comunicazione mirata al target di interesse. Come verificato personalmente, il sostegno dei professionisti del settore è senza dubbio molto utile ma non sufficiente: il self publishing richiede la partecipazione diretta dell’autore e l’utilizzo di tutti i canali e mezzi di informazione a sua disposizione.

Si tratta di promuovere il proprio testo sui social network, magari creando siti o blog iscrivendosi a gruppi o comunità virtuali dedicati, ma anche esser disponibili a partecipare a dibattiti virtuali, incontri di persona con altri autori, corsi di scrittura, fiere, non sottovalutando il passaparola tra amici e conoscenti. Insomma più si è visibili, meglio è.

Per concludere solo un paio di consigli a quanti vogliano ricorrere all’auto-pubblicazione dei propri scritti: innanzitutto riflettere accuratamente sui pro e i contro questo strumento ma anche sulle risorse e capacità di cui si dispone. In secondo luogo, valutare la propria disponibilità a lavorare in squadra, a ‘mettersi in gioco’, a condividere esperienze e a fornire supporto, dimostrando un atteggiamento il più possibile collaborativo.

Pamela Preschern, autrice di "Il carnevale di Trinidad e Tobago: tradizioni e curiosità dell’evento più atteso dell’anno".

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